Facebook, il setaccio

 
Facebook, il setaccio

Facebook, il grande setaccio

I dati personali di 533 milioni di utenti di Facebook sono stati rubati e diffusi su Internet. Circa 11 milioni di questi account apparterrebbero a utenti spagnoli.

Il furto riguarda conti in 106 Paesi e comprende identificativi di conti, numeri di cellulare, indirizzi, biografie e persino indirizzi e-mail. Un pacchetto appetitoso di dati personali che nelle mani dei trafficanti potrebbe essere molto pericoloso.

Ormai credo che la gente sia abituata a questo genere di cose e se ne freghi. Basta guardare le cifre delle rapine precedenti per ricordare che FB è un enorme colabrodo.

Si è arrivati a un punto in cui sembra non importare se i dati vengono raccolti da un connazionale in Churromekistan e distribuiti in giro, perché Suckerber si è già occupato di distribuirli a mille e una società e queste ad altre. E ora che nel suo portafoglio ci sono anche Instagram e WhatsApp, non c'è nemmeno da dirlo.

Facebook, il setaccio

Qualsiasi altra azienda, dopo la truffa di Cambridge Analytica , avrebbe avuto seri problemi a riprendersi, FB no. Da tutti loro, ne esce con una moltitudine di spiccioli, che negoziano e concordano e proseguono con la loro attività.

Cambridge Analytica non si è limitata a fare cose immorali per produrre semplici ricerche di mercato e campagne mirate X per vendere lavatrici, ma ha usato i dati di centinaia di migliaia di account per fare campagna elettorale per il cafone Trump. Quel che è peggio, è che tutti quei dati finiranno molto probabilmente per essere rivenduti ad altri mafiosi mascherati da bravi analisti.

Facebook, il setaccio 1

Ma non è solo FB a essere additata per aver perso dati a raffica, ma anche per aver trasformato il proprio racket in un letamaio tossico. Nel giugno 2020 è stata lanciata la campagna"Stop Hate for Profit", promossa da Free Press e Common Sense Media e sostenuta dalla National Association for the Advancement of Coloured People(NAACP) e dalla Anti-Defamation League(ADL).

In quei giorni si diceva che circa 160 aziende, tra cui alcune di grandi dimensioni, avevano già deciso di ritirare le loro campagne pubblicitarie come reazione alla mancanza di azione del social network per controllare le "informazioni tossiche" e i discorsi di odio. In un giorno di trading, Suckerber ha guadagnato qualche migliaio di sterline in meno rispetto a quanto aveva previsto di intascare, ma dopo un po' è tornato ai suoi soliti spiccioli e del boicottaggio non si è saputo più nulla.

Non solo, ma dopo ogni errore di solito ne escono ancora meglio, come dimostra questo recente articolo: "Gli investitori mantengono Facebook ai massimi storici nonostante l'ultima massiccia violazione dei dati: gli analisti pensano che le azioni potrebbero salire ancora del 25%".

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